da Conquiste del Lavoro.it
Probabile vertice, domani sera alle 20, tra il governo e le parti sociali sulla produttività. Il premier Mario Monti, secondo quanto si apprende, vedrà imprese e sindacati, a palazzo Chigi, per imprimere un’accelerazione alla trattativa sulla produttività del lavoro in vista del consiglio europeo del 18 ottobre. L’accordo sulla produttività tra le parti sociali non è ancora stato raggiunto ma i lavori vanno avanti senza sosta dalla scorsa settimana.
Il tavolo tra le parti sociali per cercare un accordo sulla produttività “ha problemi ordinari di differenze che nella discussione si affinano”, ha commentato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine di un incontro all’Abi. La strada “non mi pare sia in salita», aggiunge: fare un accordo “conviene a tutti, credo che bisogna impegnarci a farlo”. E “se troviamo l’accordo, e per noi ci sono le condizioni, questa sera andremo da Monti, dal quale mi aspetto soluzioni positive”, ha precisato il leader Cisl sull’incontro fra governo-parti sulla produttività. Nel pomeriggio dovrebbe esserci una ‘ristrettà fra leader di imprese e sindacati.
Stesso musica dagli imprenditori. “Ci stiamo lavorando. E qualche risultato positivo c’è. Stiamo cercando di raccogliere il consenso di tutte le parti sociali su misure per aumentare e migliorare la produttività”, ha dichiarato, Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria a proposito del confronto tra le parti sociali sulla produttività’.
(17 ottobre 2012)
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Imprese e sindacati si vedranno, domani sera, per tentare di raggiungere un accordo sulla produttività. All’appuntamento, presso la foresteria di Confindustria in via Veneto, le associazioni datoriali starebbero lavorando, secondo quanto si apprende, ad una piattaforma unitaria da sottoporre alle organizzazioni sindacali. A tempo quasi scaduto (l’11 settembre il premier Mario Monti aveva sollecitato “risultati concreti” entro un mese) imprese e sindacati tentano la stretta per un accordo sulla produttività. Obiettivo non facile, con ancora distanze su cui lavorare.
Ieri, nel pomeriggio, un incontro di Rete Imprese Italia con i sindacati, che parteciperanno con i segretari confederali. Dal leader degli industriali, Giorgio Squinzi, oggi da Ascoli Piceno, segnali di fiducia sulla possibilità di un accordo (“si può fare”) ed ancora un invito a fare tutti uno sforzo per trovare la sintesi di una posizione comune: “Mi conforta che tutti hanno preso coscienza della drammaticità del momento e credo che, mai come in questo momento, si può fare qualcosa tutti insieme nella direzione giusta”.
Part time per i lavoratori più anziani per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. È questa una delle proposte contenute nella bozza di accordo sulla produttività sulla quale, secondo quanto apprende TMNews, stanno lavorando le parti datoriali in vista dell’incontro di domani con i sindacati. Confindustria, Rete Imprese Italia, Abi e Alleanza Cooperative torneranno ad incontrarsi, per trovare l’intesa su un testo condiviso.
Nella bozza messa a punto dalle parti datoriali, spunta un patto di solidarietà tra generazioni, sulla scia di quanto previsto dal recente contratto dei chimici: per incentivare e favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, per i lavoratori ‘senior’, prossimi alla pensione, si prevederebbe la trasformazione del contratto da full time a part time.
Nella premessa del testo allo studio delle imprese, si parte da un dato significativo per ribadire la centralità del tema della produttività: “L’Italia è all’ultimo posto nella classifica dei paesi Ocse per la crescita della produttività del lavoro tra il 1997 e il 2009”. La più bassa crescita della produttività ha comportato una crescita del costo del lavoro per unità di lavoro.
Secondo le parti datoriali, introducendo una maggiore flessibilità dei diversi fattori di produzione, dall’aumento dell’orario di lavoro fino all’utilizzo delle nuove tecnologie, si avrebbe una maggiore e migliore produttività e una maggiore accumulazione di capitale. In questo senso “il compito delle parti sociali diviene essenziale” e l’obiettivo deve diventare quello di riformare il sistema contrattuale individuando soluzioni contrattuali “per evitare le delocalizzazioni”.
In sostanza, secondo le imprese, il contratto nazionale deve continuare a “garantire i trattamenti economico-normativi standard” ma, attraverso “una semplificazione normativa” occorre arrivare ad una “revisione di alcuni automatismi”, a partire dal meccanismo automatico di aumento della retribuzione, per trasferire il più possibile una parte del contenuto economico sul contratto di secondo livello in modo da legarla alla produttività.
(9 ottobre 2012)
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